Riceviamo e volentieri pubblichiamo un altro post sull’Accoglienza (dal Piccolo Concorso sull’Accoglienza) a cura di Lucia Di Martino, dirigente medico, di Castellammare di Stabia a cui va il mio ringraziamento.
Con l’occasione comunico che al premio della stampa se ne è aggiunto anche un altro: una sessione di Coaching a indirizzo olistico (sinergia mente, corpo, spirito) da fruire con la dott.ssa Anna Fata, Coach & Psicologa Olistica, nel suo studio di Senigallia (Ancona). Grazie!
Accoglienza. Mi ricorda, questa parola, che non posso restare alla finestra, e che devo rischiare di fidarmi. Come amare, come generare, come donare, accogliere è una parola che ha il sapore della relazione con l’altro. Ed è parola di intimità, capace
di svelarti a te stesso, prima ancora che all’altro. E ti mette a nudo: sono capace di dare e ricevere accoglienza?
“Con questo anello accolgo te…”. Era accoglienza senza reciprocità. Non poteva finire bene. Perchè accogliere non è vivere un’emozione; è stile di vita, è sguardo benevolo verso l’altro. Non sempre finisce bene…
Ma accoglienza sa anche di parole conservate nel cuore, di lacrime nascoste, di piccoli abbracci antichi. Mani vecchie e mani giovani che si dicono qualcosa, ancora. Canzoni sottovoce, e qualcuno che ami si addormenta. E tu pensi:“Accogli la sua anima…”
Accogliere è fiducia che va oltre. Anche oltre la vita, anche oltre la morte. Per me, è fiducia che la mia piccola storia trovi senso e bellezza in un mistero che accolgo e che mi accoglie.