Sembrava l’incipit di una lezione di Management strategico, quella di Don Paolo Gasperini, parroco della Chiesa del Portone di Senigallia, all’inizio della sua omelia pasquale.

Don Paolo Gasperini
Vision e Mission sono termini molto utilizzati in Azienda, quando il Top Management opportunamente espone la sua ‘vision strategica’ di lungo periodo al suo personale, indicando successivamente la ‘mission (obiettivi)’ che consentirà a tutti di lavorare orientati verso il raggiungimento di questa visione. Termini che toccano le corde di chi lavora nelle organizzazioni pubbliche e private ma che toccano tutte le persone nella misura in cui esse s’impegnano a definire una visione della propria vita conseguibile con un progetto ben preciso (missione).
Ma don Paolo non si è fermato qui. Come in Azienda gli obiettivi si devono conseguire con la partecipazione di tutti, integrandosi e ciascuno cooperando con gli altri, ognuno nella propria esistenza non può essere da solo nel realizzare il proprio progetto di vita. E qui cominciano ad emergere alcune differenze. Infatti, mentre nelle organizzazioni, per battere la concorrenza, la visione è calata dall’alto (top-down), lo sviluppo di una visione personale spesso passa attraverso una visione comunitaria (bottom-up).
“Le persone – dice il prof. Mancini (Professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Macerata) – le si trovano per lo più incapsulate dentro vite condotte da sole, in nome e per conto di se stesse. Oppure in piccoli gruppi, strette in una sorta di solidarietà organica, biologica, utile alla sopravvivenza in un ambiente ostile”. In pratica, la dimensione comunitaria non può che essere una grande opportunità per una massa di individui spesso isolati ed alla ricerca affannosa di un proprio egoistico progetto di vita.
Ma come promuovere questa dimensione comunitaria (cd “principio di comunità”)? come creare le condizioni perché si favoriscano le relazioni tra le persone verso la costruzione di una visione comunitaria del bene comune? “La verità è sinfonica – dice Hans Urs von Balthasar – Sinfonia vuol dire accordo. Un suono. Diversi strumenti suonano. Diversi strumenti suonano insieme”, il contrario di quanto oggi avviene e che un detto siciliano riassume egregiamente: “Fare società è bello a numero dispari ma in tre si è già molti”.