‘I have a dream’ e la presentabilità on/off line dei candidati

panzini 2La giornata di incontro tra domanda e offerta di lavoro che si è svolta all’Istituto Panzini di Senigallia, giovedi mattina, aveva il pregio di far incontrare studenti ed ex-studenti della Scuola con le Aziende del territorio, al fine di creare proficui rapporti di collaborazione.

I numerosi studenti che hanno partecipato al colloquio con le Aziende erano molto motivati a dare il meglio di sé e tutti avevano un sogno nel cassetto che, con un pò di pudore, hanno tirato fuori, manifestando anche un grande desiderio prima o poi di realizzarlo. Tuttavia, nel corso dei colloqui c’è stato un aspetto che ci ha fatto riflettere molto, e riguarda la questione della presentabilità personale e digitale dei candidati nei confronti delle Aziende che devono assumere.

Ma cominciamo dalla recentissima ricerca Adecco sulla Reputazione Digitale e il Reperimento dei candidati attraverso l’uso di Social Network. Il dato più eclatante è che il 94% delle aziende usa principalmente Facebook, Twitter e Linkedin come strumenti di reperimento che invece il 47% dei candidati non ha mai visto come possibili fonti di contatti di lavoro (es. FB). Ciò significa che nel 12% dei casi i recruiters (titolari di azienda o esperti di selezione) hanno escluso dei candidati per le informazioni che hanno trovato sulla rete. I motivi sono dovuti essenzialmente alla non coerenza di quello che si legge nei CV inviati e quello che si scopre sui profili Facebook dei candidati, da quello che scrivono e dalle relazioni che vivono. Purtroppo, non c’è un’adeguata attenzione da parte dei candidati a quello che lasciano sulla rete social; anzi, spesso non ci pensano affatto perché, dicono, è uno strumento utile e attuale, ma è solo uno strumento, perché il più importante di tutti rimane il colloquio di selezione. In ogni caso, curare i profili online e controllare frequentemente cosa si dice di noi in Rete, ‘googlando’ il nostro nome e cognome, è una cosa ormai diventata importante dal momento che è pratica molto diffusa quella delle Aziende che fanno una prima scrematura delle candidature attraverso la consultazione dei profili on-line.

Ma veniamo al colloquio vero e proprio. Intanto, sulla presentabilità dei candidati. Naturalmente non parliamo del controllo dei ciuffi multicolori dei capelli, dei piercing, o dei tatuaggi di grandezza variabile ma della capacità di presentarsi e di raccontare di sé. Ragazzi imbarazzati e timidi rispondono con difficoltà a domande del tipo: “Quali sono i tuoi punti di forza”, “Come presenteresti le esperienze che hai fatto”. Ma non c’è solo questo. Desiderando fortemente, infatti, di essere presi in considerazione dall’Azienda, questi ragazzi sarebbero propensi a fare di tutto, in coerenza con l’assunto teorico che più ti candidi, per posizioni anche molto diverse, più hai la possibilità di conquistarne una. Invece, l’esperienza dice che più hai obiettivi professionali precisi e definiti più hai la possibilità di trovare un lavoro in minor tempo.

Quindi – ma è come scoprire l’acqua calda – il lavoro di orientamento, da fare a monte con questi ragazzi, è enorme, magari partendo proprio dal loro ‘I have a dream’ che comunque ci ha veramente sorpresi per la forza e l’ambizione con cui lo vorranno realizzare. Quello che non ci ha fatto piacere, invece, è sentire che lo vorranno realizzare fuori dai confini del nostro paese….

foto panzini 3

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