A seguito del Si selfie chi può? Educare ed educarsi al tempo della rete.
La scuola e le strategie didattiche social.
I laboratori organizzati nel pomeriggio del Convegno erano centrati sulle simulazioni. Ossia cosa accade quando una ragazza viene presa di mira da un gruppo di compagni (bulli) via Facebook? Sappiamo che nella realtà virtuale questi casi sono abbastanza frequenti e che le conseguenze sono state in taluni casi anche tragiche.
Ebbene, la simulazione vedeva un gruppo di partecipanti che difendeva un ragazza da alcuni compagni (altro gruppo) che la tormentavano. Entrambi i ruoli non erano affatto ‘comodi’, tuttavia ci si è impegnati a svolgerli con estrema serietà. I risultato è stato quello di un notevole coinvolgimento di tutti i partecipanti tanto da ritenere molto valida questa strategia di simulazione a scopi didattici.
Ne aggiungiamo un’altra!
L’inverno scorso in alcune classi delle superiori è stata sperimentata una strategia di coinvolgimento che consisteva nel riuscire a postare correttamente e pubblicamente alcune riflessioni personali ad alto contenuto emozionale su fatti di cronaca nera accaduti in quel periodo. I post, corredati da foto e video attinenti al contenuto emotivo descritto, erano postati all’interno del gruppo ‘chiuso’ appositamente creato su FB. Questa strategia è risultata molto efficace in quanto gli appartenenti al gruppo hanno non solo condiviso le proprie emozioni insieme a tutti gli altri, ma hanno potuto lasciare una traccia di un momento della loro vita scolastica, sempre consultabile.
Ci chiediamo, a questo punto, quanto i social network siano entrati già nella didattica, integrando le lezioni off-line, oppure siano ancora lasciati fuori dalla porta.