Noi, persone accoglienti per definizione, ci lasciamo surclassare dalla Germania? Inseriamo volentieri, nella nostra rubrica sull’Accoglienza, due post di due carissimi amici che ci dicono il loro punto di vista: Mariangela Paradisi, già Docente di Economia presso l’Università Politecnica delle Marche e Paolo Fosso attore, autore e sceneggiatore.
L’eleganza del leader.
La Germania merita di essere il paese leader europeo. Senza se e senza ma. L’illuminismo kantiano che lo contraddistingue accoglie perché tutti gli uomini sono liberi sulla Terra, ma anche per le capacità prospettiche che genera nella classe politica. E la Merkel sa bene che il livello di istruzione, competenze e capacità della classe media siriana e iraniana è elevatissimo e il suo paese non potrà che avvantaggiarsene alla grande.
Noi intanto stiamo sempre qui a tentare di arginare, argomentando sul nulla, le coglionate di Salvini e Grillo, arrabattandoci con imprese assistite, imprese decotte, imprenditori corrotti e corruttori, oltre che evasori, con false cooperative e con infiltrazioni mafiose che fanno gioco a tutti, politici in primis. E poi tutti a chiedersi perché restiamo al palo.
Non riesco a non scriverlo…
I migranti che arrivano a Monaco tra gli applausi e le parole di una Merkel accusata di essere disumana (a braccio: “siamo un paese forte, possiamo accogliere”), sono state le scene più belle della settimana.
Penso che lo spirito debba essere questo: al di là delle situazioni contingenti – che devono essere governate – a chi ha bisogno bisogna dare almeno una stretta di mano. Per dire: “il tuo problema è un mio problema”.
Quello che oggi capita agli altri può sempre capitare a noi. Mi sarebbe piaciuto che quegli applausi fossero stati lanciati in Italia per prima, che sempre ha accolto e che in passato avrebbe avuto bisogno che i suoi figli fossero accolti.
Confido nel futuro, ostinandomi a vedere nel prossimo un fratello.