Questo titolo curioso è una metafora che riassume ciò che ho visto e sperimentato nelle molteplici organizzazioni ove ho lavorato in questi ultimi 25 anni.
Ma che c’entrano queste due meravigliose creature marine che sono appunto i Paguri e gli Anemoni (o attinie)?
I paguri (Dardanus calidus) sono Crostacei con addome molle che usano, come protezione da questo pericoloso handicap, conchiglie vuote capaci di contenere l’addome e quindi di proteggerlo. I paguri, durante la loro esistenza, (se tutto va bene), si trovano a cambiare più volte le loro protezioni, corazza e conchiglia: la corazza attraverso la naturale muta insita nella natura dei crostacei; la conchiglia attraverso la laboriosa ricerca di una conchiglia vuota più grande, in cui l’addome si possa sentire a suo agio.
I paguri vivono in simbiosi mutualistica con uno o più anemoni della specie Calliactis parasitica. La mutualità della simbiosi consiste nella difesa che l’attinia urticante, posizionata sulla conchiglia, offre al paguro, mentre quest’ultimo offre all’ospite il nutrimento di quel cibo che non consuma.
Gli ambienti di lavoro, visti in chiave organizzativa, spesso non sono attraenti, perché in prevalenza si curano poco dell’accoglienza dei loro collaboratori. Poi se sono molto giovani il rischio è quello di perderli molto presto, o per lo meno fino a quando nuove opportunità non gli si prospettano davanti.
Ecco, appunto, l’accoglienza è la parola chiave che incoraggia le persone a rimanere o meno in un determinato contesto lavorativo, in quanto per raggiungere gli obiettivi assegnati è necessario che esse si sentono accolte, ascoltate, capite, supportate ed aiutate dal management di turno.
Se questo non si verifica (molto spesso) le risorse tenderanno a resistere fino a quando non avranno esaurito la loro capacità di apprendimento in quel contesto e non faranno altro che cercare altrove una conchiglia più spaziosa ed accogliente.
In alcuni casi poi diventa un ‘modus vivendi’, ossia quello di un accumulo costante di esperienza, grazie alla quale le risorse, al di là del fatto si trovino bene o male in un certo ambiente di lavoro, alla fine poi cambieranno sempre in nome di una consapevole volontà di trovare conchiglie più appassionanti e ricche di esperienze più significative.
Ma che cosa c’entrano gli Anemoni? Gli Anemoni sono i colleghi di lavoro che, a differenza dei luoghi dove hai lavorato, saranno sempre la tua ‘sopravvivenza’ in quell’ambiente inaccogliente.
Quante volte ci siamo trovati a sfogarci o a lamentarci sulla spalla dei nostri compagni di viaggio perché eravamo frustrati o insoddisfatti dell’esperienza che stavamo facendo? e loro, manifestando tutta la loro solidarietà, ci proteggevano da facili abbandoni o peggio ancora da possibili depressioni?
Innestati sulla nostra fragile conchiglia ci hanno piano piano accompagnati verso l’uscita (inevitabile) o ci hanno sorretti con parole incoraggianti e fiduciose fino a farci adattare o rompere coraggiosamente con una conchiglia ormai diventata troppo stretta.
Ebbene questi colleghi, sebbene lasciati ma con l’anima mai abbandonati, di tanto in tanto riaffiorano nei ricordi dell’esperienza; ed oggi, dovendo raccomandare questa metafora alle giovani generazioni, che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro, di far caso a questa splendida simbiosi tra il piccolo e indifeso paguro e l’anemone protettivo ed accogliente.
sono sempre allegorie della condizione umana. utili e suggestivi per la narrazione.
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