Aspettando Senigallia Network. Fare rete o autorete?

immagineErano i fantastici anni ’60 quando Fred Bongusto si fece ispirare dalla magia della rotonda di Senigallia per comporre la celeberrima canzone ricordata ancora oggi, ma che in pochi, ahimè, associano al fascinoso monumento sul mare della bella cittadina adriatica.

In quegli anni Senigallia brulicava di iniziative, eventi, personaggi animati da un’inesauribile voglia di fare; una vitalità così contagiosa da attirare in città fiumi di gente: turisti italiani e stranieri, ma anche persone del circondario che riempivano i locali, i campeggi, gli alberghi e i ristoranti, come accade anche oggi, ma solo per il Summer Jamboree e altri grandi eventi.

Ora il testimone passa agli eredi di quel glorioso passato, cui spetta il compito di risvegliare la vitalità di quel tempo e riscaldare i cuori della gente in tempi mutevoli ma forieri di nuova creatività, di stimoli e aperture mai viste prima. Oggi i turisti sono più esigenti e di conseguenza l’asticella della competitività è molto più alta rispetto al passato; inoltre non è più possibile, come un tempo, passarvi sotto, senza subirne nefaste conseguenze.

Ecco che serve aprirsi ad una nuova mentalità, in cui tutti – dal normale cittadino all’imprenditore, dall’albergatore all’uomo politico, dal libero professionista allo studente – vestano i panni degli attori protagonisti di un fenomeno in crescita esponenziale, divenendo parti attive e responsabili di un processo tanto inevitabile quanto stimolante.
Serve che ogni operatore – ma anche ogni abitante – si trasformi in una specie di “custode del bello”, in promotore non più solo delle strutture di competenza – alberghi o negozi che siano – ma dell’intero patrimonio ambientale, artistico, paesaggistico di Senigallia e, più in generale, delle Marche; un patrimonio che – va chiarito bene – non è un bene esclusivo delle persone del posto, perché appartenente all’umanità intera.

Noi operatori locali, amministratori, o semplici cittadini ne siamo i custodi e, come tali, abbiamo l’impegnativo compito di difenderlo e valorizzarlo davanti agli occhi attenti e giudicanti di tutto il mondo. Siamo tutti consapevoli che il turista oggi, al posto del passaparola tradizionale, un tempo circoscritto ad amici e parenti, usa il linguaggio, senza limiti, della tripla w, dei social network, capace di arrivare ovunque e a chiunque.

I tempi richiedono con urgenza un forte salto culturale, una visione globale per fare sistema, collegando pubblico e privato, mettendo insieme i vari settori economici e sociali, in modo da tutelare e far crescere l’immagine del territorio, in un processo di miglioramento continuo partecipato all’unisono. Per fare questo gli imprenditori e agli amministratori pubblici devono unirsi, fare squadra con le associazioni di categoria, del volontariato, con le scuole, le società sportive, gli artisti, gli operatori dello spettacolo, oltre ai cittadini stessi, nell’assunto imprescindibile che il turista oggi sceglie prima la destinazione e poi la struttura ricettiva. Se la prima non piace, non c’è spazio per la seconda, con buona pace di tutta l’economia locale e circostante.

Le leve per avviare una rete di soggetti imprenditoriali, cosiddetti “pionieri”, orientati ad affrontare il cambiamento con formule sinergiche, sono l’investimento nella professionalità e in una conoscenza ad ampio spettro delle risorse e delle iniziative locali, attraverso la formazione, l’innovazione e la ricerca.
Non siamo ancora abituati a lavorare insieme: prevale in molti la paura, l’isolamento, la cura del proprio orticello, il vedere nell’altro un pericoloso nemico con cui è meglio non confrontarsi, né, men che meno, collaborare. Non è altresì molto diffusa l’idea che l’innovazione non si fa più da soli, che allearsi, senza perdere la propria soggettività imprenditoriale, non è solo auspicabile, bensì indispensabile per competere.

In occasione della Tourist Satisfaction 2013 – il sondaggio per la rilevazione della soddisfazione del turista – abbiamo dovuto registrare, in alcuni casi, il persistere, qua e là, di questa mentalità in chi rifiutando il confronto con la percezione diretta del cliente, eccepiva un autocompiacimento che forse nascondeva antichi timori o addirittura il pericolo di una fantomatica fuga di notizie.

Dovremmo convincerci, al contrario, che è il momento del gioco di squadra, il tempo della svolta, perché è adesso che la palla rimbalza alla giusta altezza e domani non si sa (magari aspettando che ci spostino la ferrovia): è adesso che bisogna raccogliere le forze e tirare con decisione, stando attenti a non sbagliare porta . O di qua o di là, non ci sono alternative. Ora o si fa rete o si fa autorete. Dipende da noi e dalle nostre scelte.

Ne parleremo insieme il 28 febbraio a Senigallia http://www.2info.it/senigallianetwork/, con esperti, imprenditori, rappresentanti dell’amministrazione comunale, e del mondo associativo.

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