Riceviamo e volentieri pubblichiamo un nuovo post sull’Accoglienza (dal Piccolo Concorso sull’Accoglienza) a cura di Mauro Mercatali, formatore, di Ancona, a cui va il mio ringraziamento.
Nel frattempo, votiamo il/i post che più ci hanno coinvolti e piaciuti, evidenziando che si può ancora inviare il proprio contributo , partecipando così a questa interessante kermesse.
(tutti i post li trovi a: https://albertodicapua.com/category/laccoglienza/
Accoglienza è alzare il sipario e andare in scena.
Essere o non essere….essere noi stessi o far finta di essere, essere quello che agli altri piace, quello che vorremmo essere, indossare una maschera forse o imitare modelli che pensiamo possano funzionare, vendere l’immagine di sè rubando qua e la tra gli stereotipi o essere originali e farsi notare in qualche modo.
Nascosti dietro alla barba, indossando un vestito o fregiandosi di un altisonante titolo, anche il signor- dottore- professore- avvocato- presidente inconsciamente prende le distanze e come tutti mostra i suoi accessori di scena per apparire migliore e urlare al mondo: Io esisto! E’ il nostro segreto richiamo d’amore fatto di colori vistosi, gesti studiati, riti, manie e piccole eccezioni alla regola per avere l’attenzione degli altri nella speranza di essere apprezzati, amati ed essere intimamente riconosciuti.
Qualcuno ha detto che siamo tutti cartoni animati di Dio; siamo buffi, goffi, un po’arroganti e presuntuosi, a volte ci difendiamo ma facciamo tenerezza se presi in privato ad uno ad uno.
Qualcuno ha detto che tutti noi recitiamo, tranne forse qualche attore molto bravo, e allora accogliere significa forse ascoltare quell’urlo disperato con affetto, ironia e con pazienza accettare il gioco, senza dimenticare, al di la del ruolo, che per essere vero c’è un solo modo: non fingere di essere un altro.
Essere se stessi, esserlo davvero, cercando di percepire l’altro sotto i costumi di scena; ascoltare la battuta prima di rispondere e provare a sentirla ogni volta come vera, lasciandosi sorprendere anche se il copione può sembrare lo stesso e quella commedia ci sembra di averla già recitata; accogliere significa ricevere l’altro, sentire quello che veramente ci vuole dire e accorgersi che spesso la richiesta è sospesa tra una parola e un gesto involontario. Siamo tutti un pò guitti e un pò teatranti ma quando ci accorgiamo di essere semplici, diretti e veri fino in fondo, allora scopriamo nello sguardo di chi ci osserva la sorpresa e il sorriso di chi non si aspettava altro.